La mostra, realizzata in occasione del Giubileo 2025, focalizza l’attenzione sulla comunicazione ed è  stata inserita all’interno del ricco calendario del Festival dell’Accoglienza 2025 promosso
dall’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino
Tra Me, impegnata da oltre 10 anni nell’accoglienza di richiedenti asilo, la propone come occasione di riflessione sul tema dell’integrazione delle persone straniere e sull’importanza di una comunicazione corretta ed efficace come strumento per costruire insieme il futuro e la speranza delle persone accolte  e delle comunità che le ospitano.

 Perché questa mostra?

L’informazione e la comunicazione hanno strettamente a che fare con la relazione. Oggi le relazioni sono malate, faticose, spesso persino tossiche. Lo vediamo nella vita quotidiana, in famiglia, sul lavoro. Sui social, e non soltanto, dominano le tinte forti, aspre, in fondo perché abbiamo paura di guardare a fondo dentro di noi: è più facile aggredire che dialogare, è più semplice odiare che amare. Ma a quale prezzo?

Il Giubileo 2025 è un’occasione straordinaria per diventare viandanti della speranza: in noi stessi, verso Roma, alle fonti dell’ispirazione cristiana. Cioè ritrovando nel Vangelo la “buona notizia” per eccellenza, la bussola per orientarsi sui sentieri della vita.

L’Anno Santo, allora, può diventare un tempo in cui prendersi una pausa di silenzio, anche breve, perché soprattutto giornalisti e comunicatori riflettano sul senso profondo della loro professione. Alla luce della speranza e dei testimoni che hanno saputo interpretarla nella storia recente è passata. Si tratta di un’opportunità irripetibile per i credenti ma anche per i non credenti, grazie a cui riappropriarsi di un orizzonte di senso. Rallentando sui ritmi frenetici che impediscono uno sguardo lungo, quanto mai necessario per costruire il futuro.