Nel complesso, vi sono 70 milioni di persone che sono state costrette a fuggire da guerre e persecuzioni: è come se l’intera popolazione di Italia e Grecia fosse stata obbligata a scappare.

Le migrazioni sono una delle sfide che la nuova legislatura europea dovrà affrontare, basti pensare che una recente indagine pubblicata da Eurobarometro ha messo in evidenza come il 72% dei cittadini e delle cittadine auspica che l’Unione Europea intervenga maggiormente in proposito. Va, inoltre, sottolineato come il 34% degli elettori e delle elettrici abbia votato alle elezioni europee svoltesi nello scorso maggio pensando all’immigrazione. Per comprendere tale fenomeno, è, dunque, opportuno conoscerne i dati.

È innanzitutto significativo indagare i numeri concernenti i richiedenti asilo, ossia le donne e gli uomini che presentano una richiesta formale di protezione in uno Stato in quanto ritengono che la propria vita possa essere messa a rischio qualora dovessero rimanere nel loro Paese d’origine. Lo status di rifugiato viene concesso soltanto in seguito all’approvazione da parte delle autorità nazionali.

Va evidenziato come le richieste di protezione internazionale nell’area che comprende Unione Europea, Svizzera e Norvegia si siano pressoché dimezzate nell’arco di due anni: se nel 2016 erano state circa 1,3 milioni, questo dato è sceso a 728.470 nel 2017 e a 634.700 nel 2018. Nel corso di questo ultimo anno, è stata offerta protezione a 333.400 richiedenti asilo, una cifra in calo del 40% rispetto ai dodici mesi precedenti.

Rispetto alla provenienza geografica, i richiedenti asilo giungono principalmente dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Iraq. È, inoltre, significativo sottolineare come circa 67.000 rifugiati siriani (su un totale di 96.100) beneficino della protezione internazionale nell’Unione Europea in Germania.

Per ciò che concerne gli attraversamenti illegali delle frontiere esterne dell’Unione Europea registrati da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nel 2018 sono stati 150.114, in netta diminuzione rispetto ai 2,3 milioni registrati nel 2015 e nel 2016. Il numero delle persone respinte alle frontiere dell’UE è stato di 471.155.

Un altro dato di estrema rilevanza è quello relativo al numero di persone che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare: se nel 2015 furono circa un milione, nel 2018 sono state 116.647, 2.277 delle quali sono morte nel corso della traversata, una cifra inferiore di 862 unità rispetto al 2017. Nella prima parte del 2019, invece, 30.000 donne e uomini hanno intrapreso questo pericoloso viaggio, 600 dei quali non sono riusciti a raggiungere le coste dell’Europa.

Vi è, poi, il tema delle persone illegalmente presenti sul territorio dell’Unione Europa. Tale espressione viene usata per definire coloro i quali non si siano registrati correttamente o abbiano lasciato lo Stato membro responsabile dell’elaborazione della domanda di asilo. Anche in questo caso si registra un netto calo: se nel 2015 erano 2,2 milioni, nel 2018 si sono ridotte a 600.000.

Allargando, infine, l’orizzonte oltre l’Unione Europea, è significativo evidenziare come l’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ritenga che nel 2018 circa 13,5 milioni di persone abbiano dovuto abbandonare la propria casa. In altri termini, è come se ogni giorno una città di 37.000 abitanti si svuotasse per andare a ricollocarsi altrove. Nel complesso, vi sono 70 milioni di donne e uomini che sono stati costretti a fuggire da guerre e persecuzioni: per fare un altro esempio, è come se l’intera popolazione di Italia e Grecia fosse stata obbligata a scappare.

 

Fonte: Migrantitorino.it