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ORGOGLIO SENZA CONFINI!

Maurice GLBTQ e ARCI Torino al Torino Pride 2019

50 anni, e non sentirli.

È passato mezzo secolo dalla rivolta di Stonewall: da allora nuove soggettività hanno rivendicato il diritto di essere nominate, leggi e costumi sono cambiati, in ogni parte del mondo le persone LGBTQI+ hanno alzato la testa. Ma la domanda di giustizia e di libertà che ha guidato la coraggiosa rivolta del 28 giugno 1969 a New York resta immutata. Non è cambiata la forma della nostra presenza sulla scena pubblica: festosa, rumorosa, ribelle. Coltivare la memoria di Stonewall in particolare in questo cinquantenario significa prendere esempio.

Significa lottare oggi come ieri contro ogni forma di ingiustizia e prevaricazione. Per questo scegliamo di partecipare al Torino Pride 2019, condividendone la piattaforma, senza rinunciare a
sottolineare il senso più profondo della nostra presenza in piazza. Abbiamo scelto di ritrovarci sotto il motto “Orgoglio senza confini”, e di declinare queste parole in una pluralità di significati. Il confine geografico, di nazionalità, di genere, di identità di genere, di età, fra abilità e disabilità non è altro che un limite immaginario, imposto dai gruppi dominanti a quelli oppressi. Ma la ricerca della felicità non conosce barriere. Ce lo raccontano prima di tutto le donne e gli uomini migranti LGBTQI+ che chiedono asilo in Italia, perché nel loro Paese di origine non possono vivere liberamente: sono tantissimi gli stati del mondo nei quali essere persone lgbtq può significare subire arresti, discriminazioni continue, violenze, persino la morte. Nei confronti delle/i migranti siamo chiamate/i non solo a un dovere di solidarietà, ma anche a un debito di riconoscenza: sono per noi un esempio di coraggio, forza e resistenza.

D’altra parte anche noi almeno una volta nella vita abbiamo osato varcare un confine, e ci siamo trovate/i senza legge, senza patria, senza nome.

Nell’accoglienza noi restiamo umani, ma soprattutto non dimentichiamo chi siamo. Non smarriamo noi stesse/i.
Ce lo racconta il movimento internazionale transfemminista che abbiamo visto riempire le piazze italiane l’8 marzo e invadere la città di Verona contro chi vorrebbe una restaurazione conservatrice. Diciamo no a chi intende imprigionare in schemi forzati e violenti la realtà ricca e multiforme che noi conosciamo, composta da persone transgender, soggettività non binarie e queer, gay, lesbiche, bisessuali, e chiunque sia “non conforme” a una presunta “norma”. Siamo parte di questo movimento che in tut to il mondo contesta un sistema patriarcale e capitalista che crea disuguaglianze sociali, razzismo, sessismo, omotransfobia. Nel rifiutare le ingiustizie non dobbiamo cadere nel tranello di chi vuole scatenare la guerra tra gli oppressi, fra i/le
lavoratori/trici nativi e quelle/i migranti, fra “italiani” e “stranieri”. Per noi non esiste contrapposizione tra diritti sociali e diritti civili , tra accoglienza dei migranti e lotta alla E ce lo raccontano anche le ragazze e i ragazzi dei Fridays for Future , che chiedono a gran voce di intervenire contro il riscaldamento globale: le giovani generazioni vogliono vivere e lasciare il pianeta alle generazioni che verranno. La Terra non può più sopportare un “modello di sviluppo” che porta a drammatiche conseguenze ambientali e umane. Non possiamo restare indifferenti: la domanda di giustizia climatica riguarda anche noi. Una società fondata sui valori della competizione, della crescita e del mercato è incompatibile sia con la salvaguardia dell’ecosistema , sia con il rispetto dei diritti umani di tutte/i, soprattutto di chi è più esposto/a alle crisi ambientali per ragioni geografiche ed economiche. La nostra lotta deve cominciare dal nostro territorio: per questo siamo convinte/i che la realizzazione del Tav Torino Lione, un’opera inutile e dannosa per l’ambiente, vada fermata. Giustizia climatica significa anche No Tav!

TUTTE E TUTTI IL 15 GIUGNO IN
CORSO PRINCIPE EUGENIO ALLE ORE 16.00!
SFILATE CON NOI!