Disturbi Specifici dell’Apprendimento: diagnosi, potenziamento e trattamento riabilitativo

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) possono essere definiti come disturbi di una specifica abilità dell’apprendimento in bambini che presentano un livello intellettivo globale nella norma e in assenza di deficit sensoriali, neurologici, emotivi ed ambientali. Nello specifico nei DSA rientrano i seguenti disturbi: dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia.

Con la Legge 8 ottobre 2010 n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” lo Stato Italiano riconosce le difficoltà degli alunni con DSA e stabilisce il loro diritto a usufruire di strumenti dispensativi e compensativi in tutti i cicli di istruzione incluso l’esame di Stato. Nel luglio 2012, è stato stilato un nuovo decreto “Indicazioni per le diagnosi e la certificazione diagnostica dei DSA” che evidenzia l’importanza di utilizzare un approccio interdisciplinare per formulare la diagnosi ed effettuare la consulenza nell’ambito dei DSA. Si mette in luce l’importanza di una equipe multidisciplinare composta da tre figure professionali: neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista.

Lo psicologo è un professionista sanitario che ha conseguito una Laurea Magistrale o Specialistica in Psicologia, un anno di tirocinio formativo post-lauream, ha superato l’Esame di Stato e si è iscritto all’Albo degli Psicologi e poi ha effettuato una formazione teorico/pratica specifica sui DSA.

Il neuropsicologo è uno psicologo che ha approfondito le tematiche connesse alle funzioni cognitive.

Lo psicologo che lavora con i DSA in particolare si occupa di: diagnosi, potenziamento e trattamento riabilitativo.

La letteratura internazionale sottolinea la necessità per effettuare la diagnosi di DSA di somministrare prove standardizzate (test) che escludano un deficit intellettivo e che valutino l’effettiva presenza del disturbo specifico di apprendimento. Lo psicologo, con le sue specifiche competenze, valuta il funzionamento cognitivo del bambino mediante test standardizzati: la “misurazione” dell’intelligenza deve rispettare i canoni scientifici richiesti, ma deve anche prestare attenzione allo stato emotivo, relazionale e socio-culturale del bambino. Successivamente si procede con la valutazione, sempre mediante test standardizzati, delle competenze di base acquisite dal bambino fino a quel momento. In particolare si valutano: la lettura e la scrittura, il calcolo e le abilità numeriche. Inoltre, per una diagnosi completa, si ritiene necessario indagare le funzioni sottostanti al processo di apprendimento: in particolare le capacità attentive e di concentrazione, il funzionamento della memoria, le abilità visuo-spaziali e temporali. In ultimo, anche se di notevole importanza, non bisogna dimenticare le dinamiche psicologiche e gli aspetti emotivi-relazionali connessi ai DSA tra cui diminuzione dell’autostima e demotivazione.

Marinella Carenza – Psicologa presso Tra Me