«Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5%»

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha parlato al Corriere della Sera della situazione dei contagi da coronavirus in Italia. Locatelli ha detto di non ritenere che le riaperture siano state affrettate, ma anche che «forse, si doveva prestare maggiore attenzione al rispetto delle regole d’oro», in particolare quelle che riguardano l’uso della mascherina e una «scrupolosa igiene delle mani». Inoltre, si è detto d’accordo sulla scelta di chiudere le discoteche – da lui definita «improcrastinabile» – e alla domanda «è stato calcolata la percentuale di giovani tornati infetti dalle vacanze?» ha risposto così:

«A seconda delle Regioni, il 25-40% dei casi sono stati importati da concittadini tornati da viaggi o da stranieri residenti in Italia. Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5% sono positivi e una parte si infettano nei centri di accoglienza dove è più difficile mantenere le misure sanitarie adeguate».

Con riferimento alla situazione italiana (dove il 16 agosto sono stati comunicati 479 nuovi casi di contagio da coronavirus), Locatelli ha detto che «per ora, l’Italia, fortunatamente, è ancora in una posizione privilegiata, per quanto il numero dei casi sia in rialzo» e che «si osserva una riduzione dell’età dei contagiati dovuta al fatto che abbiamo imparato a proteggere gli anziani». Ha poi aggiunto: «Essere messi meglio di Francia e Spagna non esclude il timore di una crescita esponenziale della curva nelle prossime due settimane. Ma non siamo alla seconda ondata».

Sull’eventualità di nuove restrizioni, Locatelli ha detto: «Il rischio non va escluso. Oggi chiudono le discoteche, domani chissà. Dipende da noi cittadini. Non continuiamo così. Abbiamo ancora dei vantaggi, sfruttiamoli».

 

Fonte: Il Post