La presidente della Commissione nel primo discorso sullo stato dell’Unione: “Pronti a uscire da fragilità. Servono salari minimi in tutti i Paesi. Con Conte presto un vertice sulla sanità”

BRUXELLES – “Nel nuovo piano” sulle migrazioni che sarà presentato, verrà abolito il regolamento di Dublino e sarà sostituito da un nuovo sistema di governance”. E’ l’annuncio della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento di chiusura al Parlamento europeo.

Sanità, clima e digitale: questa è la ricetta per “rimettere in piedi” l’Unione dopo la pandemia, per rendere il continente capace di assicurarsi un futuro. Ursula von der Leyen tiene il suo primo discorso sullo stato dell’Unione di fronte al Parlamento europeo. Parla quasi un’ora tracciando una strategia a tutto tondo per l’Europa del prossimo decennio. La presidente della Commissione apre ringraziando gli operatori sanitari: “Hanno fatto miracoli”. Quindi annuncia la nascita di un’Europa della Salute e lancia un summit internazionale che sarà ospitato proprio dall’Italia nel 2021.

COVID E SANITA’ UE

La pandemia, spiega la presidente tedesca dell’esecutivo comunitario, dimostra che ora “dobbiamo costruire un’Unione della Sanità”. Quello della salute è infatti uno dei settori di completa competenza nazionale, come hanno dimostrato la difficoltà di trovare una risposta europea al Covid. Von der Leyen annuncia la creazione di Agenzia per la salute sulla falsa riga della “Barda” americana. Infine lancia un summit internazionale dedicato al tema: “Con il presidente del consiglio Giuseppe Conte e la presidenza italiana del G20 nel 2021 organizzeremo un vertice globale sulla sanità in Italia, per dimostrare che l’Europa c’è per proteggere i cittadini”. Da Roma il premier commenta: “Felice di ospitare il Global Health Summit con Ursula von der Leyen. Uniti proteggiamo la nostra salute e costruiamo un futuro migliore per le prossime generazioni”.

Von der Leyen sottolinea che il virus non è ancora sconfitto e che resta incertezza, ma indica che “gli europei vogliono uscire da questo mondo del coronavirus. Sono pronti per andare avanti e questo è il momento per l’Europa di allontanarsi da questa fragilità verso una nuova vitalità”. Per riuscirci, la presidente della Commissione Ue annuncia una revisione delle regole di Schengen, una nuova strategia industriale europea e rilancia il salario minimo europeo. “Ci rimetteremo in piedi”.

La presidente della Commissione, sottolinea poi che “non basta trovare un vaccino, dobbiamo garantire che i cittadini di tutto il mondo vi abbiano accesso”. Dunque “il nazionalismo dei vaccino mette a rischio le vite, solo la cooperazione può salvarle”

EUROPA VERDE

“Intorno a noi vediamo gli effetti del cambiamento climatico”. Per uscire dalla crisi e per affrontare il futuro da protagonisti globali von der Leyen vede una sola via: quella del Green deal. Annuncia che Bruxelles proporrà di portare dal 40 almeno al 55% l’obiettivo di taglio delle emissioni entro il 2030. “I nostri studi di impatto – spiega – mostrano che le nostre imprese possono farcela, abbiamo le prove che ciò che fa bene al clima fa bene all’economia e ai cittadini”. L’ex ministro di Angela Merkel ricorda che accentrare il 55% di riduzione dei gas inquinanti è cruciale per arrivare a un’Europa climaticamente neutra nel 2050. Von der Leyen indica che il 37% dei 750 miliardi del Recovery Fund dovrà essere speso in politiche verdi e che il 30% dei fondi sarà raccolto attraverso green bonds. Al centro del green deal, ribadisce, ci sarà l’idrogeno. Parla di “european hydrogen valleys” capaci di ammodernare industria, mobilità e agricoltura. “Questa è la nostra missione”.

CONTINENTE DIGITALE

L’altro pilastro del futuro del Vecchio Continente è il digitale, al quale andrà il 20% del Recovery Fund. “Questo sarà il decennio dell’Europa digitale”, afferma von der Leyen. Al centro della strategia di Bruxelles, la capacità di stoccare in Europa i nostri dati con data room comuni in modo da sottrarli dal controllo di Usa e Cina. E ancora, investimenti nell’intelligenza artificiale (tuttavia regolata in modo umano-centrico), lancio del 5 e del 6G e “8 miliardi di finanziamenti per un supercomputer Made in Eu”. L’Europa, afferma, “deve prendere il controllo del proprio futuro, abbiamo tutti i mezzi per riuscirci”.
PATTO SUI MIGRANTI

Von der Leyen lo aveva annunciato due giorni fa: la riforma delle politiche migratorie europee sarà anticipata alla prossima settimana. Chiede ai governi “compromessi” capaci di evitare il flop del 2015, quando il suo predecessore, Jean-Claude Juncker, lanciò la sua riforma che però venne bocciata dall’egoismo di alcuni governi. “Se facciamo compromessi possiamo trovare soluzioni: salvare le vite in mare non è un optional”. Ecco perché, afferma, “i governi che fanno di più e sono più esposti ai flussi devono poter contare solla solidarietà europea”. Von der Leyen spiega che ci sarà “un link tra asilo e rimpatri con la distinzione tra chi avrà diritto di rimanere e chi no”. L’obiettivo di fondo sarà costruire “confini esterni forti e vie legali di migrazione”. In definitiva, “ci assicureremo che chi ha diritto all’asilo sarà integrato” nelle nostre società.
 
Nelle repliche, von der Leyen tira fuori gli artigli rispondendo ai sovranisti. “Siamo convinti che la vita umana debba essere protetta da dovunque venga, per l’estrema destra invece c’è un noi e un loro: questo porta odio. Voi siete portatori di odio, che non ha mai portato buoni consigli. Noi cerchiamo soluzioni. Lo scorso anno in Europa sono arrivati 2 milioni di migranti e 140mila rifugiati. Dobbiamo essere in grado di gestire la situazione”. Von der Leyen ricorda che la Ue ricostruirà il campo di Moria e poi polemizza con i sovranisti anche sul clima: “Noi non siamo quelli del tramonto, ma quelli del futuro, noi vogliamo salvare questo pianeta”.
 

EUROPA GEOPOLITICA

Von der Leyen ricorda che l’Unione difende il multilateralismo, chiede la riforma del Wto e dell’Oms, afferma che per noi non vale il motto “Europe first”, puntella l’alleanza transatlantica anche se non sempre gli europei sono stati d’accordo con Trump. Tuttavia affinché le organizzazioni internazionali possano essere rilanciate in modo efficace serve tempo. Per questo la presidente della Commissione sprona i governi Ue: “Serve coraggio sulle sanzioni a maggioranza qualificata”. Una riforma della politica estera, visto che oggi le ritorsioni possono essere votate dai governi solo all’unanimità. Il discorso vira sulla Turchia (si deve astenere da azioni in Grecia e Cipro) e Bielorussia: “Siamo con il popolo, le persone non sono pedine sulla scacchiera di qualcuno, la gente deve essere libera di scegliere il proprio futuro”. Riferimento a Putin, che attacca anche su Navalny. Nelle repliche, il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, si rivolge a Salvini: “Un vero patriota non può essere la marionetta di Putin”.

VALORI EUROPEI

La numero uno dell’eurogoverno promette che “costruiremo un’Unione antirazzista”, “proporremo di allungare la lista dei crimini di incitamento all’odio, sia che si tratti di matrice razziale, di genere o di orientamento sessuale, l’odio non va tollerato”. La tedesca cita casi di cronaca legati alle discriminazioni degli afroamericani negli Usa e degli ebrei in Europa. “Essere se stessi non è la vostra ideologia, è la vostra identità e nessuno potrà mai rubarvela”. E ancora: “Le zone Lgtb-free non possono trovare spazio nell’Unione”. Un riferimento alle amministrazioni polacche che si sono dichiarare “libere dall’omosessualità”. Infine un altro avvertimento ai Visegrad: “Assicureremo che i soldi del Bilancio europeo e del Recovery siano spesi con le garanzie sullo stato di diritto. Questo non è negoziabile”.

CAROLA E VITTORIA

In chiusura, von der Leyen cita Carola e Vittoria, le due ragazze liguri che durante il lockdown giocavano a tennis sui tetti delle loro case: “Sono una lezione per tutti noi, ci insegnano che non ci dobbiamo far bloccare dagli ostacoli sul nostro cammino”. L’Europa, conclude, seguirà il loro esempio perché “l’avvenire e l’Europa saranno come li costruiremo. Dobbiamo costruire un’Unione forte per costruire il mondo in cui vogliamo vivere. Lunga vita all’Europa!”.

 

Fonte: La Repubblica