ROMA, 30 OTTOBRE 2020 – Le misure anti Covid dell’ultimo Dpcm comportano la chiusura degli oltre 4mila circoli ARCI in tutta Italia fi no al 24 novembre. Un colpo durissimo per l’Arci, per più di 1 milione di socie e soci e per tantissimi circoli che rischiano così di non riaprire.
Non possiamo accettare la sospensione delle attività culturali, sociali e ricreative, attività che è possibile svolgere in piena sicurezza.
Sin dall’inizio della pandemia, nonostante le enormi diffi coltà abbiamo agito in maniera responsabile, facendoci carico di azioni di solidarietà senza mai rinunciare a ciò in cui crediamo fortemente: il valore della socialità. In sicurezza. Adottando da subito tutti i protocolli a tutela dei singoli e della collettività.
Sono stati e sono mesi duri. Siamo consapevoli che l’emergenza epidemiologica non è terminata e che la salute è un bene primario ma ci troviamo davanti a provvedimenti non equi che penalizzano fortemente l’associazionismo diffuso.
Già in questi mesi molte realtà associative non hanno retto all’impatto dell’emergenza; ora senza prevedere indennizzi come per altre categorie, per tantissimi circoli della nostra rete sarà diffi cile rialzarsi. Quasi impossibile.
NON CI STIAMO!
COSA CHIEDIAMO:
• CHE venga riconosciuto il nostro ruolo e funzione sociale nel Paese di lotta alla povertà e alle disuguaglianze,
solidarietà e mutualismo, promozione della cultura e della socialità.
• CHE venga garantito fattivamente di poter continuare a svolgere questa funzione essenziale, soprattutto in un periodo di crisi sociale come quella che stiamo vivendo.
• SUBITO interventi consistenti sul piano delle risorse da allocare, ristori che ci consentano non solo di non
chiudere definitivamente le nostre sedi, ma anche di continuare a promuovere quei servizi essenziali alle cittadine
e ai cittadini che abbiamo fornito sinora. Spesso autofinanziandoci attraverso attività che oggi non ci è più consentito di svolgere.
NON ACCETTEREMO MAI LA MIOPIA DI ESSERE CONSIDERATI MARGINALI rispetto ad altri comparti del
Paese.
• DI POTER continuare a svolgere le nostre attività nel pieno rispetto delle regole anti contagio.
Ci riferiamo, in particolare, a tutte quelle attività che invece lo stesso DPCM consente di svolgere a chi le promuove
per fi ni commerciali.
Per tutte queste ragioni abbiamo organizzato per oggi, in tutta Italia, presidi democratici sotto l’insegna CURIAMO LA SOCIALITÀ. Per dire no a delle misure che riteniamo sbagliate e per chiedere di tornare a svolgere al più presto la nostra funzione nel Paese.