Si concludeva Il 17 febbraio scorso il mio percorso di tirocinio presso l’Associazione Tra Me: cinque mesi in cui mi sono immersa all’interno del progetto D.A.R. (Domiciliarità, Accoglienza, Rete).

Sono una studentessa del corso di laurea magistrale di Politiche e Servizi Sociali all’Università di Torino e sono un’assistente sociale. La scelta di svolgere il tirocinio in D.A.R. è stata dettata dai
valori e dagli obiettivi che esso presenta: la costruzione di una rete, fatta di enti pubblici e privati, di servizi e di concittadini, che si sviluppi attorno alla persona e la faccia sentire sostenuta. Una rete che non soffoca, ma che da’ la certezza di non essere soli e di non rimanere “senza rete di sicurezza”. Essa non è costituita solo da istituzioni e soggetti formali, che possono essere percepiti come entità lontane o astratte, ma è composta da associazioni, dalla Parrocchia e da servizi vicini alla persona, che essa conosce e riconosce come parte della propria città. È una rete dal basso, che punta a formare una comunità futura che si fa carico delle persone più fragili, del vicino di casa anziano o della collega stanca perché deve occuparsi di un parente disabile.

Due tra i primi articoli del Codice Deontologico dell’Assistente Sociale recitano che egli o ella “riconosce il valore, la dignità intrinseca e l’unicità di tutte le persone e ne promuove i diritti civili, politici, economici, sociali, culturali e ambientali” e che “l’assistente sociale afferma i principi della difesa del bene comune, della giustizia e dell’equità sociale e, nel promuovere la cultura della sussidiarietà, della prevenzione e della salute, opera affinché le persone creino relazioni di reciprocità all’interno delle comunità alle quali appartengono”. Il progetto D.A.R. è una delle tante forme in cui tali principi possono concretizzarsi e dare vita a quei diritti sociali di godere di determinati benefici, per raggiungere il benessere a cui ogni società tende. Come assistente sociale è mio dovere credere in essi e lavorare affinché passino da valori sulla carta a diritti realmente riconosciuti e garantiti.

Sara Andreis
Assistente sociale