Dagli immigrati che portano il virus agli “stranieri” che sottraggono il vaccino agli italiani. Quando il capro espiatorio viene costruito in redazione ha sempre la forma dell’alibi da fornire alle inefficienze della politica. Non ha nulla a che fare con il giornalismo e molto con la divisione sociale, costruita e alimentata ulteriormente dall’utilizzo di termini come “mentre”, che creano contrasto anche laddove manca una reale correlazione tra le vicende citate.
L’esempio più lampante del giornalismo piegato alla propaganda politica arriva oggi dalla prima pagina di Libero che titola “Mentre chi lavora deve aspettare, vaccinano in massa i migranti”. Un titolo che alimenta lo stigma e l’odio/rancore nei confronti di specifici gruppi, e distoglie l’attenzione su altre questioni rilevanti per la salute pubblica (il ritardo delle vaccinazioni, soprattutto in alcune regioni, agli anziani e ai soggetti fragili).
Fonte: Associazione Carta di Roma