L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha messo in ginocchio ogni ambito di produzione ed iniziativa culturale. Non c’è nessuno che si salva. La situazione è ancora più preoccupante per le ricadute che questo lungo periodo di chiusura forzata di ogni spazio di aggregazione culturale potrà avere sul futuro di questo ampio settore.

Siamo preoccupati anche dalle ricadute in termini sociali di questa improvvisa e totale assenza di qualsiasi spazio di socialità e condivisione.

È un’emergenza sociale per il lavoratori, con qualsiasi tipo di contratto in essere, ma lo è anche per la popolazione tutta che ancora per un lungo periodo sarà costretta a non frequentare spazi della e per la cultura.

Il terzo settore culturale è un pezzo molto importante di questo sistema, e rischia il collasso. L’associazionismo di promozione sociale che promuove un numero enorme di eventi di spettacolo, formazione, animazione per ogni fascia di età, opera in ogni quartiere, in ogni piccolo paese. Un fitto reticolo di esperienze, spesso tra le più innovative ed aperte a sperimentazioni artistico-culturali.

L’Istat ha censito circa 120 mila organizzazioni non profit attive in questo ambito con un numero di lavoratori (dipendenti ed esterni) pari a 220 mila persone, con entrate di circa 6 miliardi di euro l’anno. Numeri ragguardevoli che, tuttavia, non danno conto della ricchezza e dell’impatto sociale dei progetti culturali promossi.

L’Arci, una delle principali associazioni nazionali di promozione sociale attive in questo settore, con la sua rete di 4.300 circoli associativi, dal giorno dei provvedimenti più restrittivi ha annullato quasi 38.000 eventi culturali e ricreativi (concerti, proiezioni cinematografiche, eventi teatrali, presentazione di libri, corsi di pratiche artistiche, etc.) con una perdita economica stimata in 1 milione di euro al giorno.

Gli ultimi dati Siae sugli eventi organizzati dall’associazione ci dicono anche che la metà di questi eventi è ad ingresso gratuito, confermando il nostro ruolo di promozione culturale e sostegno all’accesso alla cultura per tutti.

Inoltre, il 70 % delle nostre associazioni svolgono le attività in spazi in affitto (il 21% da enti pubblici, il 49 % da privati), quindi stanno affrontando in queste settimane spese di struttura a fronte di nessuna entrata.

Quando si ripartirà, il nostro paese avrà bisogno di un grande investimento in un piano straordinario di rilancio delle attività culturali puntando sulla socialità e sull’aggregazione per uscire dalla paura. Per questo ci sarà ancor più bisogno di quelle organizzazioni del Terzo Settore in grado di sostenere un processo di ricucitura dei legami sociali attraverso le pratiche artistiche, ricreative e formative. Sarà necessario far ripartire la frequentazione dei luoghi della cultura, dei circoli associativi, dei luoghi di aggregazione giovanile con particolare attenzione per quelli che agiscono nei quartieri degradati delle periferie metropolitane e i borghi delle aree interne.

Ma molte di queste realtà rischiano di non sopravvivere all’emergenza.

Per questo è necessario continuare a rafforzare strumenti di tutela del lavoro, in ogni sua forma, stanziare importanti fondi di sostegno per le organizzazioni culturali, facilitazioni fiscali e semplificazioni amministrative per ripartire di slancio con una futura eccezionale stagione estiva e autunnale.

Ci rivolgiamo al Governo, per quanto di sua competenza, ma anche alle Regioni e ai Comuni che hanno un ruolo fondamentale proprio per la promozione e il sostegno della rete diffusa di esperienze culturali.

Vogliamo anche sollecitare le Fondazioni tutte, che in questi ultimi anni hanno avuto un ruolo importante per sviluppare percorsi di innovazione nel non profit culturale, ad una maggiore attenzione a questo ambito per evitare che i tantissimi progetti nati attraverso la loro azione, muoiano sotto il peso dell’emergenza in atto.

Per questo, chiediamo:

al Governo e ai Ministri competenti:

– Dedicare un fondo speciale del MIBACT al sostegno delle organizzazioni del non profit culturale che operano in quasi tutti I settori di sua competenza: dallo spettacolo dal vivo alla promozione della cultura cinematografica, dalla organizzazione del volontariato culturale alla gestione e valorizzazione di beni culturali, alla promozione della lettura. Questo anche perché siamo seriamente preoccupati per il futuro di molti bandi pubblici e privati che hanno permesso in questi anni di rafforzare il settore, che potrebbero non essere più promossi.

– Estendere il credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione anche agli immobili di categorie catastali diverse dalla c/1, nel caso in cui siano utilizzati come spazi di aggregazione culturale e sociale del non profit culturale. Specificare che sono i locatori ad usufruire del credito d’imposta.

Inoltre, individuare agevolazioni fiscali per i privati che affittano ad enti del terzo settore nel prossimo. futuro.

– Consentire di accedere allo strumento dell’Art Bonus anche a soggetti del non profit culturale, individuando loro progetti specifici da sostenere.

– Si chiede al Governo e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali di fare pressione sul Consiglio dell’Unione europea e sulla Commissione Europea per rivedere il budget assegnato alla Cultura, con particolare attenzione al programma Europa Creativa che, ad oggi, rischia di essere decurtato pesantemente, mentre potrebbe essere il volano per il futuro di progetti di un numero molto più ampio di organizzazioni culturali.

– In accordo con l’appello promosso da numerosi assessori alla Cultura e migliaia di artisti, chiediamo di emanare norme specifiche per autorizzare gli enti locali ad operare in deroga a norme generali e specifiche concernenti l’erogazione di contributi alle attività culturali e la riscossione di oneri e imposte locali.

All’Anci e alla Conferenza delle Regioni

– Chiediamo di attivare al più presto con gli Enti Regione tavoli di coordinamento della crisi del settore culturale, coinvolgendo tutti gli attori che operano in questo ambito. Dove esiste una legislazione ad hoc, sullo spettacolo dal vivo e sulla cultura, prevedere un ampliamento dei fondi anche a sostegno delle organizzazioni non profit che hanno una chiara predisposizione alla promozione sociale in questo settore.

– Chiedere un tavolo urgente di confronto con l’Anci – Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e con le sue espressioni regionali, per coordinare gli interventi nazionali e regionali con le esigenze delle organizzazioni culturali territoriali. Chiederemo all’ANCI di promuovere presso i Comuni associati, la possibilità di prevedere fondi comunali destinati in modo specifico al mondo del non profit culturale che permetta di riprendere le attività appena sarà possibile.

 

Arci Nazionale