Forse più 37 morti, vittime della feroce repressione della polizia marocchina appoggiata dalla Spagna

 

Il 24 giugno il presidente del consiglio socialista della Spagna, Pedro Sánchez, si è complimentato col Marocco per la «straordinaria cooperazione» durante un  tentativo di scavalcare in massa la recinzione che circonda interamente l’enclave spagnola di Melilla. I migranti provenivano dalla provincia marocchina di Nador e sono stati brutalmente repressi dalla polizia marocchina che ha fatto diverse vittime e molti feriti.

«Vorrei inoltre ringraziare, a nome del governo spagnolo, la straordinaria cooperazione che stiamo avendo con il Regno del Marocco e che dimostra la necessità di avere il meglio delle relazioni, una stretta collaborazione anche in materia interna, nella lotta contro l’immigrazione irregolare, che, purtroppo, è stata subita oggi nella città autonoma di Melilla», ha detto Sánchez ai giornalisti, suscitando subito perplesità e critiche nell’ala sinistra che tiene in piedi il governo di coalizione spagnolo.

Sanchez, che probabilmente tenta di tosgliere argomenti a una destra razzista in crescita,  è stato duramente attaccato dalle associazioni per i diritti umani spagnole per aver appoggiato l trattamento brutale ricevuto dai migranti che d’altronde è chiaramente visibile su diversi filmati che circolano sui social network.

Infatti, anche se Sánchez ha esortato a prendersi cura dei feriti e si è detto preoccupato per le vittime, organizzazioni come Irídia – entro para la Defensa de los Derechos Humanos hanno definito gravi le sue dichiarazioni, anche perché, secondo l’ Association Marocaine des Droits Humains (AMDH), il numero dei morti durante negli c scontri tra migranti e polizia è di almeno 27 persone, 2 delle quali gendarmi marocchini, ma è una cifra che potrebbe essere ancora più alta. L’ AMDH ha denunciato il tentativo di far sparire i corpi delle persone rimaste uccise con sepolture rapide, prima che fosse stata aperta un’indagine sui fatti.

Helena Maleno Garzón, dell’ONG Caminando Fronteras, dice che i morti sono almeno 37 e denuncia che «Le vittime della tragedia di Melilla hanno agonizzato per ore sotto lo sguardo crudele di chi avrebbe dovuto aiutarle e non l’ha fatto». L’AMDH conferma una mattanza alle porte dell’Europa (la stessa Europa che accoglie a braccia aperte i profughi ucraini) e ha rivelato che «I marciapiedi e il pavimento sono macchiati del sangue dei migranti. L’obitorio è pieno. [I migranti] sono stati lasciati sul posto senza aiuti per ore, il che ha aumentato il numero di morti. «E’ un vero disastro che ha mostrato le prime conseguenze degli ultimi accordi tra Spagna e Marocco». .

La giornalista Rosa Moro, un’esperta di africa e conflitti africani e neocolonialismo, ha sottolineato che «I Paesi occidentali sono ipocriti quando si parla di diritti umani dei migranti».

Un’ipocrisia mostrata senza infingimenti dai video e dalle foto scioccanti che testimoniano il trattamento brutale subito dai migranti.  Irídia ha pubblicato un video che «Mostra come agenti marocchini picchiano gli immigrati vicino alla barriera, mentre  decine di cadaveri  giacciono a terra».

 

Fonte: GreenReport